Licenza VHF e pratiche amministrative

Il Codice della Navigazione da Diporto impone, per la navigazione oltre le 6 miglia dalla costa, che l’unità disponga a bordo di un apparato radio VHF, anche portatile.
Per poter istallare/utilizzare un apparato VHF a bordo, l’apparato deve essere omologato e si deve richiedere la “Licenza di esercizio impianto radioelettrico“.
Questa licenza è un documento specifico della barca, che nulla ha a che fare con il certificato personale, obbligatorio per poter utilizzare la radio.
Decreto 3 aprile 2013
La Licenza di esercizio scade dopo 10 anni, e va rinnovata in caso di cambio di proprietà dell’imbarcazione.
Va aggiornata in caso di:
– variazione della denominazione dell’unità;
– variazione del porto di iscrizione;
– variazione del numero di matricola;
– aggiunta o sostituzione degli apparati;
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Licenza VHF |
Ai sensi dell’art. 38, del DPR 28 dicembre 2000, n. 445, dichiarando che l’apparato è utilizzato ai soli fini della sicurezza, non è più necessario sottoscrivere un oneroso canone di abbonamento con Telemar o Siremar.
All’atto della prima iscrizione dell’unità nei registri italiani (acquisto di un’unità da diporto nuova, immatricolazione di un natante o proveniente dall’estero) per la quale sia necessario emettere una nuova “licenza di navigazione”, il proprietario deve redigere la domanda di rilascio della licenza di esercizio impianto radioelettrico:
Tale domanda va indirizzata all’ufficio territoriale regionale nel quale è iscritta l’unità consegnandola, assieme ai documenti utili al rilascio della licenza di navigazione, all’ufficio marittimo competente.
Con questa prassi ufficio marittimo (CP) assocerà l’identificativo internazionale (Call Sign, che è designato dal Ministero della Difesa-Marina Militare) e trasmetterà la pratica all’ Ufficio territoriale Regionale del MISE.
Il MISE provvede al rilascio della ”Licenza di esercizio provvisoria“, trasmettendola all’ufficio marittimo richiedente.
L’Ufficio marittimo annota il nominativo internazionale sulla licenza di navigazione e la consegna, assieme alla licenza provvisoria di esercizio impianto radioelettrico, al richiedente.
Questo è, nel tempo, l’unico contatto che si instaura tra Capitaneria di Porto (Ministero dei Trasporti) e MISE (Ministero dello Sviluppo Economico).
In sostanza il Ministero dei Trasporti, relativamente agli apparati radio, ha la sola competenza di determinarne l’obbligo, ma ogni disposizione relativa alle omologazioni, istallazione, procedure, sanzioni e certificati personali per l’utilizzo sono di competenza esclusiva del MISE.
Quanto sopra vale a dire che ogni successiva pratica per l’aggiunta o sostituzione degli apparati o rinnovo della licenza di esercizio ecc, possono essere effettuate direttamente presso gli uffici territoriali regionali del MISE, senza dover passare per gli uffici delle Capitanerie.
L’attribuzione del codice MMSI, così come gli esami per il conseguimento dei certificati GMDSS sono di esclusivo dominio del MISE. Per tale motivo è inutile sperare che tali attività potranno mai passare nelle competenze del MIT, ovvero ipotizzare che possano essere inserite nei programmi d’esame di patente nautica.
Le norme internazionali impongono che per l’utilizzo di un apparato radio VHF nautico si debba essere in possesso di un certificato di Operatore Radio, al minimo GMDSS-SRC, rilasciato a seguito di un esame sostenuto presso un Ente Governativo.
L’Italia, nonostante abbia da anni recepito tale disposizione, ad oggi non l’ha attuata, se non per gli apparati muniti di funzionalità DSC.
Il Certificato RTF detenuto dalla maggior parte dei diportisti italiani, non ha all’estero alcuna valenza.
Di seguito un estratto in merito alle normative in vigore in Belgio che, come in Olanda, Francia ed Inghilterra impongono il possesso del certificato GMDSS-SRC anche per l’utilizzo di un semplice VHF portatile.
Giuseppe Accardi
Presidente Universo Mare
www.universomare.it
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