Soccorso in mare - Cosa cambia dopo il voto alla Camera?
L'On. Garofalo (NCD), risponde alle domande di Nautica Report
L'On. Garofalo (NCD), risponde alle domande di Nautica Report
Comincia a farsi strada anche in Italia, la possibilità di richiedere assistenza in mare ad aziende e operatori privati che in poco tempo possono risolvere i piccoli inconvenienti dei diportisti, evitando di dover chiedere aiuto ad altre imbarcazioni, o di procurare allarme quando non si rende necessario l’intervento delle autorità preposte.
Le piccole avarie che non determinano condizioni di pericolo per i naviganti, purché prontamente risolte da personale qualificato, non saranno più un problema anche per gli armatori meno esperti.
Una cima in mezzo alle eliche, un’ancora che non vuole saperne di liberarsi dal fondale, le batterie fuori uso, o semplicemente la consegna in mare di un ricambio per evitare di dover interrompere la propria vacanza, da oggi potranno essere risolte con l’intervento di operatori formati, dotati di mezzi idonei alle esigenze in mare, che adotteranno una procedura concordata con la Guardia Costiera.
E’ questo l’auspicio della commissione trasporti della camera dei deputati che ha votato all’unanimità la risoluzione presentata dagli Onorevoli Vincenzo Garofalo (NCD) e Andrea Causin (PD), che mira a regolamentare l’attività di soccorso in mare svolta dai privati.
- On. Garofalo, come si è giunti a questa risoluzione?
"Una riforma del codice è chiesta da tempo da tutti gli operatori del settore. Il codice della navigazione, infatti, entrato in vigore nel 1942, si mostra inadeguato alle nuove esigenze dettate da una crescita esponenziale di coloro che navigano rispetto a quando il codice è stato scritto. Fino ad oggi per porre rimedio al vuoto normativo in materia si faceva riferimento all'art 491 che impone un obbligo di assistenza in capo a chi si imbatte in una imbarcazione in avaria e il dovere del proprietario della stessa di corrispondere al soccorritore una indennità proporzionata al valore dei beni recuperati (non solo l'imbarcazione stessa ma anche tutto quello che si trova a bordo). Con un clima di totale incertezza in relazione alla modalità di recupero seguite e alle tariffe applicabili che non è accettabile. Di qui nasce la mia risoluzione. Proprio al fine di dare impulso al Governo affinché modernizzi il codice sotto quei profili che lo rendono oggi vetusto."
- Negli Stati Uniti questo tipo di attività sono presenti da molti anni. In Europa, l’Italia potrebbe essere una volta tanto la capofila di un processo virtuoso e non più il fanalino di coda?
"Proprio così. In realtà in Europa non esiste una disciplina del recupero in mare delle imbarcazioni in avaria. Su questo fronte un intervento normativo ben strutturato in Italia potrebbe ergersi a modello."
- Quali sono i prossimi passi?
"Esprimendo parere favorevole alla mia risoluzione, il Governo ha motivato come questa iniziativa risponda alla necessità di una disciplina molto più snella ed immediata in favore delle unità da diporto, sollevando al contempo gli altri organi istituzionali, come le capitanerie di porto, da incombenze di supporto agli interventi tecnici, ferme restando naturalmente le competenze di ricerca e soccorso in caso di emergenza".
Ora resta al Governo provvedere in tempi rapidi in questa direzione predisponendo, nei decreti attuativi della legge delega sul codice della nautica, regole certe per il soccorso in mare.
Come era giusto attendersi, grande soddisfazione è stata espressa dagli operatori del settore. Per Paolo Brustio, fondatore di Emergensea, si tratta di un “grande passo avanti. ora potrebbe trovare spazio una nuova disciplina del settore che indichi procedure, requisiti e percorsi formativi per questa nuova figura professionale”.
Per gli amanti del mare, si tratta di una opportunità che potrebbe produrre nuovi posti di lavoro in tutto il mediterraneo. E per i diportisti una buona notizia che renderà certamente più rassicurante la navigazione.
A tutto ciò si aggiunga l’opportunità di fare finalmente chiarezza sui costi per i rimorchi di piccole imbarcazioni, grazie all’introduzione di tariffe trasparenti, che non solo ridurranno inutili contenziosi legali, ma potrebbero addirittura determinare una riduzione dei costi delle polizze assicurative, eliminando una volta per tutte l’eccessiva discrezionalità determinata dall’art.491 del codice della nautica, che prevede un compenso per il recupero in mare “proporzionale al valore dei beni recuperati.
Una volta tanto, dalle istituzioni arriva una buona notizia per i nostri lettori, sulla quale vi terremo aggiornati.
Buon vento e buon mare!
M.C.
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