Ad Anzio cresce il nuovo porto, il Marina di Capo d'Anzio
di Carlo E. Bazzani
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di Carlo E. Bazzani
Anzio, la vivace cittadina del litorale laziale a sud di Roma, famosa – ma non solo - per lo sbarco degli americani nell’ultimo conflitto mondiale, punta sulla nautica da diporto per lo sviluppo di qualità del suo già fiorente turismo estivo.
Una società mista pubblico/privato - la Capo d’Anzio spa - sta portando avanti con determinazione un ambizioso piano di riqualificazione dell’antico bacino portuale, nato e cresciuto in stretta simbiosi con la città e i suoi abitanti.
“La storia di Anzio e’ legata al suo porto”, dice Antonio Bufalari, giovane e dinamico amministratore delegato della societa’. “Il progetto non solo rispetta, ma vivifica questo rapporto, ristrutturando totalmente il porto, migliorandone il contesto, la sicurezza e la fruibilità per la nautica, ma anche per la pesca, il commerciale e la cittadinanza tutta in un’ottica di sviluppo sostenibile. Anzio lo merita. Vogliamo creare un porto vivo che interloquisca con la città e non un parcheggio per barche. Un luogo dove per il diportista sia piacevole soggiornare, anche fuori stagione, in un tutt’uno con una cittadina animata e ben servita, a un’ora da Roma e dai suoi aeroporti, con un bel litorale e un mare pulito, punto strategico nella rotta verso sud, il promontorio del Circeo, le isole pontine e le partenopee”.
Il progetto si articola in due fasi: nella prima, già operativa, la ristrutturazione totale e la messa in sicurezza dell’intero bacino potenziando il molo di sottoflutto e sostituendo tutte le vecchie catenarie; il recupero dell’antica banchina neroniana per l’ormeggio di grandi yacht; eliminazione del campo boe esistente e realizzazione di un molo centrale fisso con pontili galleggianti laterali, per un totale di 600 posti barca (250 attuali) dotati di posti auto, servizi igienici e isola ecologica, punti di assistenza meccanica ed elettronica; la risistemazione del water front di levante con la creazione di aree e strutture di aggregazione sociale e di pubblica utilita’ (sala polifunzionale, sedi per associazioni sportive marine, scuola di vela e canottaggio).
Nella seconda fase, più di prospettiva nel lungo periodo, la realizzazione di una seconda darsena, a ponente del molo di sopraflutto, dedicata al traffico commerciale, alla pesca e ai megayacht.
Un progetto, dunque, impegnativo reso possibile dalla forte partnership pubblico-privato tra una amministrazione comunale lungimirante e una società specializzata nella portualità turistica - la Marinedi srl, forte di una rete di ben 13 marina operativi e 10 in sviluppo - nonche’ dalla volonta’ appassionata di alcuni operatori locali come il “nostromo” Luigi d’Arpino, che hanno permesso il superamento delle iniziali difficoltà tecnico-burocratiche e delle consuete beghe locali di parte.
Attualmente la società concessionaria - la Capo d’Anzio spa - al suo secondo anno di gestione effettiva dell’esistente, sta affrontando i lavori nell’area centrale del bacino dopo aver ultimato il recupero della banchina neroniana. “Un’azione - dice Emanuele Montani Fargna, direttore del marina - attuata nel pieno rispetto della storia con il riutilizzo delle pietre originarie e delle vecchie bitte d’ormeggio. Una trentina di posti per imbarcazioni di grandi dimensioni, messi in sicurezza con nuova catenaria, impianto di videosorveglianza, servizio di guardiania notturna e dotati di robuste colonnine per acqua e luce a prova di mareggiata (qui nella stagione invernale la risacca è forte, ndr). Una banchina che gia’ dalla scorsa estate ha registrato quasi sempre il tutto esaurito con transiti di barche importanti anche oltre i trenta metri. Un successo che ci conforta circa gli obiettivi e la qualita’ dei nostri servizi”.
E’solo un piccolo tratto (un centinaio di metri) dell’ampio bacino, alla radice del lungo molo Innocenziano di sopraflutto, utilizzato in gran parte dalle motovedette delle forze dell’ordine, dagli aliscafi di collegamento con Ponza e da una numerosa flotta peschereccia - ma è il cuore del porto, ricco di ristoranti, bar, negozi.
Da qui gli anziati e i turisti passano quotidianamente magari per prendere un gelato o l’aperitivo, cenare, fare lo ‘struscio’ e ammirare le barche in banchina. Un ormeggio nel centro della città, vivo ma tutto sommato tranquillo e ben tenuto, grazie alla costante azione di cura e pulizia dello specchio acqueo da parte dei bravi e disponibilissimi ormeggiatori del marina e all’attenta vigilanza ambientale della Capitaneria di porto.
Carlo E. Bazzani
BREVE STORIA DEL PORTO DI ANZIO
Il ridosso di Antium nasce intorno al 300 a.c. come approdo naturale di una città fortificata dei Latini e poi dei Volsci. Il sito successivamente conquistato dai Romani, cresce di importanza fino a diventare in età imperiale con Nerone uno degli scali più importanti del Tirreno a completamento di una grandiosa residenza che l’imperatore aveva rinnovato e ampliato. Con la caduta di Nerone comincia anche la decadenza di Antium che diventa definitiva con la costruzione del porto di Civitavecchia voluto dall’imperatore Traiano agli inizi del II secolo d.C. Per tornare in auge la citta' dovra’ aspettare oltre un millennio. La rinascita avviene per caso, nel XVII secolo, quando nel ridosso anziate rafforzato dalle rovine del porto neroniano, approda fortunosamente la nave che porta da Napoli a Roma per il conclave il cardinale Antonio Pignatelli. Questi eletto Papa con il nome Innocenzo XII, mantiene la promessa fatta agli anziati facendo costruire un nuovo molo a protezione della rada, l’attuale porto Innocenziano pienamente operativo per la pesca, e i collegamenti con le isole pontine.
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