Piombino è un comune in provincia di Livorno in Toscana.
Centro principale della val di Cornia e principale polo dell'industria siderurgica in Toscana, è il secondo porto della Toscana dopo quello di Livorno.
Principato di Piombino
La città conserva numerose testimonianze del suo glorioso passato, dalle origini etrusche al Principato di Piombino di cui era la capitale; la sua lunga storia è sintetizzabile nei monumenti architettonici e nelle opere d'arte che si conservano nel centro storico, al cui splendore contribuirono anche Leonardo da Vinci e Andrea Guardi.
Il promontorio di Piombino, che è situato sul lembo di terra a nord dell'ampio golfo di Follonica, segna il confine geografico-morfologico orientale tra mar Ligure, a nord, e mar Tirreno, a sud, anche se nella comune percezione il confine tra i due mari viene spesso erroneamente posto molto più a nord, tra Toscana e Liguria. La cima meridionale del promontorio è occupata da piazza Bovio, dalla quale con il cielo limpido si può ammirare tutto l'Arcipelago Toscano e la Corsica.
Piombino - Foto da DEPOSITPHOTOS
Storia
I primi insediamenti nel territorio risalgono almeno ai tempi degli Etruschi, quando venne fondata Populonia, sul versante nord del monte Massoncello sul promontorio di Piombino, dove si trovava l'antico Porto Falesia. Successivamente la zona fu romanizzata e per secoli seguì le sorti dell'Etruria romana.
Nel 417 circa Rutilio Namaziano testimoniò la decadenza della zona nel De Redito suo, dove cita Populonia come città "morta", abbandonata dopo le invasioni barbariche del IV secolo. Il poeta descrisse anche il porto Falesia, citando per la prima volta il nucleo originario di Piombino, oggi Portovecchio.
Populonia- Foto da DEPOSITPHOTOS
Alto medioevo
Sembra ormai accettato che il nome Piombino derivi da Populino, cioè piccola Populonia. Infatti Populonia è profondamente legata alla nascita di Piombino; durante il medioevo Populonia fu spesso attaccata e depredata. Populonia venne saccheggiata nel 546 da Totila, capo dei Goti; nel 573 la città subi l'ennesimo saccheggio, questa volta ad opera dei Longobardi, assalto che costrinse il vescovo Cerbone (San Cerbone) a rifugiarsi all'isola d'Elba.
Infatti nonostante Populonia fosse ormai ridotta a piccolo centro e non fosse più l'antica gloriosa città etrusca, era la sede della diocesi. L'ultimo saccheggio subito dall'abitato è registrato nell'anno 809 ad opera degli orobiti, pirati di origine slava che vivevano sui monti del Peloponneso. Fu allora che i pochi abitanti fuggiaschi si spostarono presso il porto Falesia mettendo le basi a quella che sarebbe divenuta Piombino.
Populonia - Foto da DEPOSITPHOTOS
I secoli IX e X hanno lasciato scarse e frammentarie testimonianze. Sulla base della toponomastica locale è stato suggerito che i profughi di Populonia abbiano trovato nella zona tarde sopravvivenze germaniche e precisamente Goti. Ciò spiegherebbe, ad esempio, il toponimo gotico Tolla, una collina nei pressi del porto di Piombino.
L'egemonia della Repubblica di Pisa
Nel 1022 venne fondato il monastero di San Giustiniano a Falesia nei pressi dell'omonimo porto Falesia, ad opera di sei monaci dell'ordine benedettino, figli del conte Tedice della nobile famiglia che successivamente verrà conosciuta come Della Gherardesca, dotandolo di cospicue rendite fondiarie; è da notare che la presenza del monastero favorì intorno ad esso l'attività di pescatori, naviganti e lavoratori, qua possiamo scorgere l'embrione di quella comunità che diverrà Piombino.
Piombino - Foto da DEPOSITPHOTOS
Nell'XI secolo, sul promontorio di Piombino erano presenti nella parte a nord i resti della città di Populonia e il ricco monastero di San Quirico appartenente all'ordine benedettino; a sud il monastero di San Giustiniano di Falesia, anch'esso benedettino, la Rocchetta e lo scalo del porto Falesia.
Uberto, abate del monastero di San Giustiniano, cedette in seguito parte dei beni del monastero all'Opera della Primaziale Pisana retta da Ildebrando degli Orlandi e da quel momento la città divenne soggetta alla Repubblica di Pisa, ricoprendo il ruolo di secondo porto: si trattava del porto di Falesia, che prese successivamente il nome di Portovecchio nel 1466, quando fu costruito il Porticciolo della Marina. L'abitato nato in prossimità del monastero, ormai città, divenne un porto fortificato strategico per gli interessi di Pisa, soprattutto come scalo nei traffici con le miniere dell'Isola d'Elba.
Isola d'Elba -Foto di DonnaSenzaFiato da Pixabay
Dalla Signoria al Principato di Piombino
Nel 1399 Gherardo Appiano, ceduta Pisa che la famiglia possedeva dal 1392 ai Visconti di Milano per 200 000 fiorini, riservò per sé e i suoi successori Piombino, che il 19 febbraio del 1399 diveniva Signoria indipendente.
Gherardo d'Appiano divenne anche signore di Populonia, Scarlino, Suvereto, Buriano, Badia al Fango e delle isole di Pianosa, Montecristo ed Elba ed edificò la propria residenza a Piombino nella Piazzerella (attuale piazza Bovio).
Piombino il faro - Foto da DEPOSITPHOTOS
Erede ne fu il figlio Jacopo II Appiano, minorenne e quindi sotto tutela della madre, donna Paola Colonna: in questo periodo lo stato fu sotto la protezione di Firenze prima, di Siena poi, e infine nuovamente di Firenze.
Morti Jacopo e Paola, nel 1445 governò il principato la sorella Caterina Appiano sposata a Rinaldo Orsini, che divenne cosignore di Piombino fino alla morte nel 1450. Dopo questi seguì Emanuele Appiano, figlio di Gherardo, che lasciò poi al figlio Jacopo III, il quale incentivò nuove costruzioni militari.
Cesare Borgia
A Jacopo III successe il figlio Jacopo IV, durante il cui governo (tra il 1501 e il 1503) Cesare Borgia occupò Piombino divenendone Signore; alla morte di Alessandro VI tutto tornò nelle mani dell'Appiano. Dopo questi furono signori Jacopo V e suo figlio Jacopo VI: tra il 1548 e il 1557 Cosimo I de' Medici Granduca di Toscana si impossessò dello Stato di Piombino, cedutogli dall'imperatore Carlo V.
Il figlio di Jacopo VI, Alessandro Appiano mantenne il potere per poco, ucciso in una congiura, e gli successe il figlio Jacopo VII, che nel 1594 ottenne il titolo di Principe dal'imperatore Rodolfo II d'Asburgo. Alla sua morte si aprì un periodo trentennale estremamente confuso, eccetto che durante il governo della principessa Isabella Appiano; dopo alterne vicende il principato nel 1634 venne ufficialmente concesso dall'imperatore Ferdinando II d'Asburgo e da Filippo IV di Spagna a Niccolò Ludovisi.
Niccolò I Ludovisi
Nel 1706 il principato passò in via ereditaria ai Boncompagni.
Nel 1799 le truppe Francesi penetrano in Italia e nel 1805 Napoleone, assegnò il Principato, insieme a Lucca, alla sorella Elisa Bonaparte Baciocchi: nacque così il Principato di Lucca e Piombino.
Dopo la definitiva disfatta di Waterloo nel 1815, nonostante le richieste del principe Luigi I Boncompagni-Ludovisi di riavere la sovranità sullo stato, venne sancita l'annessione del territorio dell'ex-principato al Granducato di Toscana degli Asburgo-Lorena retto da Ferdinando III.
Ferdinando III Granduca di Toscana ritratto da Joseph Dorffmeister nel 1797
Dal Congresso di Vienna al XX secolo
Dopo la fine del Principato e l'annessione al Granducato, il territorio di Piombino fu inserito nel compartimento granducale di Pisa (i compartimenti granducali corrispondevano all'incirca alle odierne province toscane) per poi passare nel 1834 al compartimento di Grosseto.
Nel periodo tra il 1831-1832 iniziò la bonifica del padule di Piombino (lago di Piombino), voluta da Leopoldo II di Lorena.
Nel 1860 il Granducato di Toscana, e quindi anche il territorio dell'antico stato di Piombino, si unirono al regno d'Italia. Lo stesso anno la nuova provincia di Grosseto cedette Piombino e i comuni della Val di Cornia alla provincia di Pisa.
Baratti e Populonia - Foto da DEPOSITPHOTOS
La rivoluzione industriale italiana mosse i suoi primi passi anche a Piombino. I primi insediamenti industriali si ebbero tra il 1860 e il 1870 e nel 1891, per iniziativa degli inglesi R. W. Spranger e J. H. Ramsay, venne impiantata la fabbrica La Magona d'Italia.
Nello stesso periodo si sviluppò la Società Anonima Alti Forni e Fonderie di Piombino, che qualche anno dopo si fuse con la Società Elba formando un potente trust siderurgico, che assunse dal 1918 la denominazione di Ilva. Piombino si avviava così a diventare uno dei maggiori centri industriali italiani. Nel frattempo le mura vennero quasi totalmente demolite (1903) e la città si espanse oltre il nucleo del centro, verso la zona industriale, l'entroterra, e la zona marina di Salìvoli.
Piombino - La Magona d'Italia
Con l'avvento del Fascismo tutte le funzioni in precedenza svolte dal sindaco, dalla giunta e dal consiglio comunale vennero trasferite ad un podestà. Nell'ottica fascista di un riordinamento amministrativo, nel 1925, per interessamento personale del gerarca Costanzo Ciano, nativo di Livorno, Piombino e molte altre località limitrofe della Val di Cornia e delle zone vicino Cecina vennero inserite nella Provincia di Livorno, ampliandola considerevolemente. In tale occasione Piombino divenne capoluogo del nuovo circondario omonimo.
La città subì enormi trasformazioni nel tessuto sociale, diventando presto una roccaforte del movimento operaio e successivamente della guerra di liberazione.
Seconda Guerra Mondiale
Piombino durante la seconda guerra mondiale subì pesanti bombardamenti essendo sede di importanti industrie siderurgiche. La Battaglia di Piombino, del 10 settembre 1943, è ritenuta dagli storici una delle prime pagine della Resistenza italiana.
La battaglia di Piombino: un atto di resistenza armata contro un tentativo d'occupazione della città di Piombino da parte delle forze navali naziste
I bombardamenti segnarono profondamente la città, obbligando la cittadinanza a trovare rifugio nelle campagne della Val di Cornia. Si salvarono alcune parti delle fortificazioni medievali e alcuni monumenti di valore ambientale e architettonico nei quartieri affacciati sul mare.
Onorificenze
Il 28 luglio 2000 la Città di Piombino è stata insignita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi della Medaglia d'Oro al Valor Militare per la Battaglia di Piombino; Piombino fa parte delle Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione. In Toscana, solo la città di Firenze e le province di Massa Carrara e Arezzo condividono questa decorazione. In precedenza, Piombino era stata insignita della Medaglia d'Argento nel 1979.
Turismo
Estremo meridionale della cosiddetta "Costa degli Etruschi", negli ultimi anni Piombino ha visto sviluppare l'attività turistica in molteplici tipologie:
Costa degli Etruschi
Turismo balneare (praticato soprattutto nella costa est con i numerosi campeggi lungo il litorale e nei pressi del Golfo di Baratti nella costa ovest).
Turismo culturale/archeologico (praticato nel centro storico della città e nei pressi della frazione di Populonia dove sono presenti i resti dell'Acropoli e delle Necropoli di una delle più grandi città etrusche).
Turismo naturalistico: presso i vari parchi e aree protette presenti sul territorio comunale come il parco urbano di Punta Falcone, l'oasi WWF di Orti e Bottagone, il parco di Montioni nei pressi di Riotorto, il Parco Costiero della Sterpaia.
Turismo eno-gastronomico: la città è inserita nel percorso delle Città del Vino.
Dal 2008 la città è stata insignita della Bandiera Blu limitatamente alle spiagge ubicate nel parco della Sterpaia, sulla costa est.
Marina di Piombino Foto di DonnaSenzaFiato da Pixabay
Cucina
I piatti principali della cucina della città e del suo comprensorio sono naturalmente a base di pesce, infatti la cucina piombinese è conosciuta per il ricco pescato dai fondali della costa e dell'Arcipelago Toscano e in città è presente un mercato-asta del pesce. Le specie presenti son crostacei e molluschi, pesce pregiato e pesce azzurro; tra i piatti tipici ci sono il polpo lesso, lo stoccafisso con patate, il baccalà alla livornese, le acciughe alla povera, le triglie alla livornese e il cacciucco.
Per quanto riguarda la cucina di terra, sono tipiche le zuppe, le ricette a base di selvaggina (come il cinghiale) e le verdure come il carciofo violetto, a cui viene dedicata la "sagra del Carciofo" a Riotorto. Vi sono però anche piatti tipici che naturalmente risentono della tradizione gastronomica di altre parti della Toscana come: i tortelli,torta di ceci, carciofi fritti, pasta e ceci, panzanella.
Stoccafisso con patate Foto e ricetta www.misya.info/ricetta/stoccafisso-con-patate.htm
Nelle campagne e colline di Piombino sono presenti molte aziende vinicole che producono vini e oli extravergine di oliva. La città di Piombino fa parte del circuito città del Vino, disponendo nel suo territorio comunale molte aziende vinicole che negli ultimi anni hanno ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali. Tra i vini della Toscana si producono vini i.g.t. e la d.o.c. Val di Cornia.
Fra i dolci si ricordano anche la schiaccia campigliese, i frati, il castagnaccio, i cenci (durante il periodo del Carnevale), la schiaccia di Pasqua durante il periodo pasquale.
Il porto
Il Porto di Piombino è un porto di livello internazionale inserito nelle autostrade del mare. Importante scalo merci è dotato di grandi banchine e piattaforme industriali.
Piombino - Una veduta del porto Turistico
La principale attività del porto di Piombino è però quella della movimentazione dei passeggeri (5° porto passeggeri italiano): è infatti l'unico imbarco per l'Isola d'Elba, con le tratte Piombino-Portoferraio, Piombino-Rio Marina, Piombino-Cavo, servite dalle compagnie Toremar, Moby Lines, Corsica Ferries e BluNavy; vi si effettuano anche imbarchi per la Sardegna (Piombino-Olbia), la Corsica (Piombino-Bastia), Pianosa e Capraia.
COORDINATE
PIOMBINO
42°55',89 N 10°33',10 E
PER CONTATTARE IL PORTO
VHF canali 16/13 (h. 07/23)
E-mail: piombino@guardiacostiera.it
Telefono: 0565-221000
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