All'estremità settentrionale del mare Adriatico, dove sfocia il fiume Timavo, inizia una fascia litoranea caratterizzata dai bassi fondali e da una complessa struttura lagunare che, comprendendo Venezia, termina con il delta del fiume Po.
In prossimità della foce del Timavo, si trova la foce dell'Isonzo, che nasce sulle Alpi Giulie, in Slovenia e termina il suo corso nel golfo di Trieste, fra Monfalcone e Grado.
La foce dell'Isonzo dal satellite
La Riserva Naturale della foce dell'Isonzo comprende un'area di circa 2400 ettari, situata lungo gli ultimi 15 km del corso del fiume. Il territorio della Riserva è incluso nei comuni di Staranzano, San Canzian d'Isonzo, Grado e Fiumicello.
L'area protetta ha il suo nucleo principale terrestre in località Cona, nel Comune di Staranzano, la cosiddetta "Isola della Cona", che è dotata di strutture al servizio dei visitatori, è circondata dal mare, dallo stesso fiume Isonzo e dal canale Quarantia (che ha rappresentato la foce principale del fiume nel periodo tra il 1895 ed il 1935) è oggi collegata alla terraferma attraverso una diga che consente un agevole accesso.
Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo
Nel recente passato l'isola è stata sottoposta, come molte aree circostanti, a parziali opere di prosciugamento e "bonifica" ed è stata adibita dapprima a pascolo, quindi alla coltivazione.
Solo la parte marina, periodicamente sommersa dalle maree e molto paludosa è stata risparmiata dalle trasformazioni e questa circostanza ha consentito di avviare una serie di iniziative di tutela e restauro ambientale.
A seguito di un progetto di massima che risale al 1983, è stata ricreata su un'area bonificata e in parte a suo tempo predisposta per le coltivazioni di una trentina di ettari, oggi denominata "Il Ripristino", una zona palustre, che in parte si prosciuga nei periodi siccitosi. Analoghi interventi sono in corso di attuazione in una porzione di territorio adiacente di circa 20 ettari, dove è anche in corso di allestimento un ampio centro di informazione.
Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo - Interno parco
La fauna
La realizzazione di nuovi habitat tra loro diversificati ha notevolmente incrementato la già elevata diversità biologica del sito, con la presenza di moltissime specie botaniche e faunistiche.
Tra queste ultime spiccano particolarmente gli uccelli, dei quali sono state osservate nella Riserva circa 300 specie, di cui oltre 80 hanno anche nidificato.
Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo - La Marinetta
Tra le tante si ricordano ad esempio la Gru cenerina, la Spatola, il Mignattaio, il Cavaliere d'Italia, il Tarabuso, l'Airone rosso ed il Falco di palude: tutte specie molto rare in precedenza, che hanno tratto giovamento dagli interventi di gestione e di restauro ambientale.
A completamento dell'ecosistema con la finalità di controllare la vegetazione mediante il pascolo da un lato; di attivare attività di ecoturismo compatibili con la conservazione del sito dall'altro, sono stati immessi anche due branchi di bianchi cavalli di razza Camargue, uno composto da soggetti addestrati ed uno allo stato brado.
La flora
La Riserva permette di osservare una vasta gamma di specie vegetali, tipiche degli ambienti sia di acqua dolce che salmastra o salata.
Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo - Flora
Si possono osservare la vegetazione delle golene fluviali, con i pioppi, l'ontano nero e il salice bianco; è inoltre presente, nell'area della Riserva, uno degli ultimi lembi delle foreste planiziali che occupavano originariamente la bassa pianura padano - veneta.
Si osservano qui specie come la farnia, il carpino bianco o il frassino ossifillo. Risulta molto interessante e particolare la bassa vegetazione tipica delle barene e delle velme, adattata a condizioni di elevata salinità, caratterizzata da specie come la salicornia o l'astro delle saline.
I cavalli Camargue
Sono stati qui introdotti alcuni cavalli Camargue, una razza che, per le sue caratteristiche fisiche (zoccolo largo e dimensioni contenute) è specialmente adatta alla vita nelle zone umide; i cavalli sono divisi in due gruppi: uno è composto da animali addestrati, utilizzati dal personale della Riserva e per le visite guidate, l'altro gruppo è invece allo stato brado, utile per il controllo della vegetazione in alcune
Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo - I cavalli Camargue
La riserva
L'area è attrezzata con edifici appositamente adibiti all'escursione didattica ed all'osservazione dell'ambiente; inoltre è possibile visitare tutta la riserva seguendo vari percorsi pedonali.
Notevole è in particolare l'Osservatorio della Marinetta, che si sviluppa su tre piani, e domina l'area del "Ripristino", consentendo anche a comitive numerose di ammirare l'ambiente degli stagni tanto sott'acqua che nell'ambito del più vasto panorama del golfo di Trieste, spaziando con la vista fino all'Istria, al Carso, alle Alpi. Da questo punto di osservazione è facile ammirare l'avifauna selvatica e le varie specie che si avvicendano col mutare delle stagioni.
Osservatorio della Marinetta
Grazie all'incremento della naturalità del sito ed al controllo del disturbo umano, parecchie migliaia di Anatidi (in novembre spesso oltre 20 - 25.000 individui di varie specie) stazionano nei mesi invernali, mentre nelle altre stagioni spiccano particolarmente varie specie di limicoli.
A questi si aggiungono le chiassose oche grigie o "selvatiche", reintrodotte con successo quali specie nidificanti nella regione. La particolare posizione geografica del sito ha permesso di osservate alcune specie assai rare o addirittura del tutto nuove per l'Italia, come ad esempio l' Aquila imperiale (Aquila heliaca); l'Aquila di mare (Haliaetus albicilla), il Falco della Regina (Falco eleonorae), il Piro-piro pettorale (Calidris melanotos), la Cutrettola testagialla orientale (Motacilla citreola), la Cannaiola di Jerdon (Acrocephalus agricola), il Luì di Radde (Phylloscopus schwarzi), il Luì di Pallas(Phylloscopus proregulus), il Luì di Hume (Phylloscopus humei). Molte di queste specie sono state riconosciute grazie all'esistenza di una stazione di inanellamento e cattura per lo studio delle migrazioni.
Inoltre, con un po' di fortuna e particolarmente al crepuscolo, è spesso possibile scorgere qualche esemplare di Capriolo (di cui si stima una popolazione compresa tra i 60 - 100 capi nell'intera riserva), la Volpe o magari la elusiva e notturna Puzzola.
La foce
Giunti alla fine dell'argine fluviale si può ammirare l'imponente banco sabbioso - ghiaioso che si protende a semicerchio verso il mare aperto.
Questo ambiente, in continua trasformazione per il costante accumulo di sedimenti e per l'opera modellatrice delle onde, è costellato di isolotti appena affioranti che fungono da dormitori per migliaia di uccelli e può essere osservato anche dal lato occidentale, proseguendo dopo Fossalon verso un villaggio di pescatori ubicato in località "Caneo", nel comune di Grado.
Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo - Gabbiano corallino
Oltre agli innumerevoli gabbiani (tra i quali spicca il tipicamente mediterraneo Gabbiano corallino), è possibile osservare l'ittiofago Cormorano, il nordico Edredone, l'acrobatico Beccapesci nonchè, con qualche fortuna (e magari un buon cannocchiale), la splendida e variopinta Beccaccia di mare oltre a numerosissime altre specie.
I boschi
Verso Est si estende su un breve tratto sabbioso che forse rappresenta ciò che rimane di una antica linea di costa un piccolo bosco formato in prevalenza da grandi esemplari di Pioppo bianco, detto degli Alberoni. In quest'area è possibile compiere interessanti escursioni a piedi o in bicicletta, ad esempio seguendo il tratto di "Rivalunga", dove da un lato si ammira l'ampio scenario della Baia di Panzano, dall'altro una grande pineta.
Altri boschetti caratteristici si possono ammirare seguendo l'asta del fiume in direzione nord, dove esistono ampi tratti dominati da pioppi, salici e qualche Farnia.
Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo - I boschi
In prossimità del canale del Brancolo, che drena gran parte dell'acqua di risorgiva nella zona, esiste poi un piccolo tratto alberato detto "Bosc Grand", recentemente oggetto di interventi di ampliamento e rinaturazione, che è quanto rimane del tratto più orientale dell'antica "Silva lupanica" (la foresta dei lupi) che in epoche remote copriva gran parte della pianura padano - veneta.
Come arrivare
In auto
Da Gorizia
Direzione Monfalcone raggiungere la strada provinciale per Grado.
Da Trieste
Autostrada A4 uscita Monfalcone raggiungere la strada provinciale per Grado.
Da Udine e Venezia
Autostrada A4 e autostrada A23 uscita Monfalcone raggiungere la strada provinciale per Grado.
Dalla strada provinciale Monfalcone Grado
Direzione Grado, prima del ponte sull'Isonzo girare a sinistra. Proseguire lungo la strada sterrata fino al parcheggio (incustodito). Proseguire a piedi fino al Centro Visite.
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