Il lago Albano, noto anche con i nomi impropri di lago di Castel Gandolfo o lago di Albano, è il lago vulcanico più profondo d'Italia (170 m), situato in provincia di Roma nell'area dei Castelli Romani, sui Colli Albani.
Sulle sue coste si trovano importanti resti archeologici preistorici e romani, come il Villaggio delle Macine, l'emissario artificiale ed i ninfei dorico e del Bergantino, quest'ultimo parte integrante del complesso della villa albana di Domiziano.
La denominazione corretta dello specchio d'acqua è "lago Albano", con "albano" inteso semplicemente come aggettivo, senza alcun riferimento all'omonima cittadina di Albano Laziale, ma semmai, etimologicamente, all'antica metropoli di Alba Longa.
Il toponimo "albano" infatti deriva all'intera zona da quella città, mitica capitale della Lega Latina fondata dal figlio di Enea, Ascanio, e rasa al suolo intorno al VI secolo a.C. dai Romani, secondo la tradizione sotto il regno di Tullo Ostilio. L'ubicazione esatta della città non era chiara neppure agli storiografi romani, ed oggi l'ipotesi più accreditata è che sorgesse sopra il versante orientale o sud-orientale del lago Albano, alle pendici di Monte Cavo, appunto "vicino ad una montagna e ad un lago, occupando lo spazio tra i due", come riferisce lo storico di età imperiale Dionigi d'Alicarnasso.
Ad ogni modo la denominazione "albanus" si estese indistintamente al Mons Albanus, il monte sacro a Giove Laziale convenzionalmente identificato con lo stesso Monte Cavo, l'aquaed il rivus Albanus, nome attribuito a più corsi d'acqua o acquedotti della zona, l'ager Albanus disseminato di ville repubblicane ed imperiali, albanae anch'esse, ed infine il lacus Albanus.
Le pendici vulcaniche del Monte Cavo (949 m) dividono il lago Albano dall'altro lago vulcanico del complesso, illago di Nemi. Comunque i due crateri di Albano e di Nemi sono soltanto i più recenti edifici vulcanici di una lunga ed antica serie.
Entrambi si trovano ai bordi del complesso vulcanico dei Colli Albani, il Vulcano laziale identificabile dall'edificio Tuscolano-Artemisio. Le aree della zona vulcanica sono delimitate da un grande cerchio che, partendo da Albano Laziale, passa per Castel Gandolfo, Rocca di Papa Marino, Grottaferrata, Rocca Priora, Velletri e Genzano di Roma.
Durante la fase terminale dell'attività vulcanica, l'incontro tra masse di magma e falde acquifere favorì la formazione di numerosi laghi, dei quali il Lago Albano ed il Lago di Nemi sono gli unici rimasti fino ad oggi.
L’attività eruttiva è cessata o in stato di quiescenza da millenni. Ultimi studi confermano recenti eruzioni avvenute circa 5000 anni fa; fenomeni di ribollimento e tracimazione del lago (con conseguenti devastanti lahar su tutta la piana di Ciampino) si sono protratti invece fino ad epoca romana.
Oggi è ancora possibile registrare fenomeni vulcanici sia pure di entità modesta, emanazioni gassose tossiche, deformazioni del suolo e frequenti piccoli terremoti spesso in sciami (alcuni dei quali distruttivi in passato).
Il centro abitato più vicino e meglio collegato è Castel Gandolfo, nel cui territorio comunale ricadono gran parte delle coste lacustri. Fu abitato fin dal X secolo ed appartenne alla famiglia genovese dei Gandolfi, ai Savelli ed infine, dal 1596, alla Camera Apostolica, ossia immediate subiectum alla Santa Sede. Papa Urbano VIII fu il primo a recarvisi in villeggiatura, facendo costruire a Carlo Maderno il primo nucleo del Palazzo Pontificio.
La spiaggia del lago, invece, è formata da ghiaia ed argilla alluvionale recentemente sovrapposta al riempimento non affiorante, databile al pleistocene. La sabbia è caratterizzata dal colore nero cenere, che dimostra l'origine vulcanica delle rocce da cui proviene.
Presso questo lago si tennero le gare di canottaggio delle Olimpiadi di Roma del 1960.
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