Isola di Santo Stefano - I. Ponziane (LT)
Ex carcere di ''Stato''

Ex carcere di ''Stato''
Santo Stefano è una piccola isola del Mar Tirreno situata al largodella costa fra Lazio e Campania, e fa geograficamente partedelle Isole Ponziane.
Come il resto dell'arcipelago, l'isola ha origine vulcanica ed ha una forma circolare di meno di 500 metri di diametro, con un'estensione di circa 27 ettari. Nel periodo romano l'isola aveva diversi nomi, tra cui Partenope, (dal greco Παρθεν?πη), Palmosa, Dommo Stephane e Borca e fu scarsamente abitata. Le scogliere ripide, infatti, hanno sempre reso difficile l'approdo, possibile solo in 4 punti, da scegliere a seconda dei venti.
Isola di Santo Stefano
Al momento l'isola è disabitata ma è possibile visitarla tramite imbarcazioni locali. Si trova a circa a un miglio ad est di Ventotene, dal cui comune dipende amministrativamente.
L'unico edificio presente su di essa è un carcere (edificio circolare) con 99 celle fatto costruire nel periodo borbonico (circa 1794–95) da Ferdinando IV ed in uso fino al 1965.
Isola di Santo Stefano - Il carcere borbonico
Nel ottobre del 1860, una violenta rivolta, resa possibile dall'abbandono dell'isola da parte delle truppe borboniche accorse a Gaeta sottoposta all'assedio che avrebbe sancito la fine del Regno delle Due Sicilie, sfociò nella autoproclamazione della Repubblica di Santo Stefano da parte dei detenuti camorristi più noti. La comunità si diede uno statuto e si mantenne in vita autonomamente fino al gennaio del 1861, quando un contingente della Regia Marina sbarcò sull'isola e ripristinò l'ordine e la detenzione dei reclusi.
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Il Manifesto di Ventotene |
I detenuti più celebri del penitenziario tra metà ottocento e inizi del novecento furono lo scrittore Luigi Settembrini, il brigante Carmine Crocco, l'anarchico Gaetano Bresci e, durante il ventennio fascista, il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini; altri antifascisti erano nel frattempo confinati sull'isola di Ventotene, ma non furono mai carcerati a S. Stefano: Umberto Terracini, Giorgio Amendola, Lelio Basso, Mauro Scoccimarro, Giuseppe Romita, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi. Proprio a questi ultimi due si deve la redazione del cosiddetto Manifesto di Ventotene che, nel 1941, in pieno conflitto mondiale chiedeva l'Unione dei paesi europei, e costituirà, negli anni successivi, il riferimento ideale cui guarderanno in molti per il processo di integrazione continentale.
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La lapide in memoria |
Nel 1981, su iniziativa dell'allora ministro della Difesa Lelio Lagorio, sopra il portone di accesso alla fortezza, è stata apposta una grande lapide in marmo candido del Monte Altissimo (Alpi Apuane) per ricordare i patrioti dell'Ottocento e i prigionieri dell'epoca fascista.
Alla difficoltosa applicazione della lapide hanno provveduto mezzi militari di terra, mare e cielo delle forze armate italiane.
All'interno del penitenziario è stato girato il film L'urlo di Tinto Brass, ed alcune sequenze di Ostia di Sergio Citti e Sul Mare di Alessandro D'Alatri.
La struttura del carcere borbonico
Per visitare Santo stefano
L'isola può essere raggiunta in maniera autonoma, noleggiando una barca a Ventotene oppure mediante dei viaggi organizzati. In questo caso è consigliabile sfruttare il viaggio organizzato poiché segue la stessa tempistica della visita guidata.
Per raggiungere Ventotene
Il porto d’imbarco principale per raggiungere l’isola è quello di Formia, da dove sono attivi collegamenti pluri-giornalieri in traghetto o in aliscafo. Informazioni
In barca
COORDINATE
CALA ROSSANO
(PORTO NUOVO) - I. DI VENTOTENE
WP2 40°48',07 N 13°26',02 E
PER CONTATTARE IL PORTO
VHF canale 16 – 18 (Nautica Ventotene)
E-mail: ventotene@guardiacostiera.it
Telefono: 0771-85291
COORDINATE
PORTO ROMANO
(PORTO VECCHIO) - I. DI VENTOTENE
WP 40°47', 75 N 13°26',17 E
PER CONTATTARE IL PORTO
VHF canali 12-14-16
E-mail: ventotene@guardiacostiera.it
Telefono: 0771-85291
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