L’isola ricade nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Parco Marino di Santa Maria di Castellabate” e nell’Area Marina Protetta di Castellabate.
La zona è stata istituita con decreto del Ministro dell'Ambiente ed della Tutela del Territorio del 9 aprile 2010.
Punta Licosa
Oltre alla presenza della colonia del Gabbiano corso e della Lucertola campestre endemica, dal punto di vista naturalistico l’Isola di Licosa è caratterizzata dalla presenza di altre peculiarità.
Sull’isolotto di Licosa, su cui sorge un grande faro, vi sono anche diverse testimonianze archeologiche tra cui spiccano i resti semisommersi di un molo e le strutture probabilmente di una villa, entrambi di età romana.
Isola di Licosa - Faro
Dal punto di vista naturalistico l’Isola di Licosa è caratterizzata dalla presenza di un habitat tutelato a livello europeo: le “Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici".
Si tratta di scogliere ricoperte da vegetazione con piante dette alo – rupicole, ossia che hanno la capacità di vivere nelle fessure delle rocce e di sopportare il contatto diretto con l’acqua marina e l’areosol marino.
Gabbiano corso
Sono questi importanti fattori limitanti per le specie vegetali per cui le piante, che possono colonizzare tali scogliere, sono altamente specializzate. Inoltre, sono presenti sottospecie endemiche del genere Limonium.
Sul bassifondo circostante dell’Isola di Licosa sono presenti le bioconcrezioni del vermetide Dendropoma petraeum; si tratta di una delle poche specie del Mediterraneo capaci di formare biocostruzioni superficiali, analogamente alle barriere coralline tropicali.
Limonium
Per la tutela di tali bioconcrezioni nell’Area Marina Protetta di S. Maria di Castellabbate è stata individuata una sottozona B intorno l’Isola di Licosa dove non è consentito l’ancoraggio e l’ormeggio, regole purtroppo che non vengono assolutamente rispettate dai diportisti nè controllate e sanzionate dalle competenti autorità.
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